SINTOMI-CAUSE-RIMEDI
SINTOMI DELL'IPERTENSIONE ARTERIOSA
Come da titolo, l'ipertensione arteriosa è conosciuta anche come “killer silenzioso” perché di norma è una patologia asintomatica ovvero la maggior parte dei pazienti non si accorge di avere la pressione molto alta e per tale ragione è consigliabile misurarla con una certa regolarità.
Occasionalmente, a seconda della gravità possono manifestarsi sintomi come: impotenza, nausea, palpitazioni, epistassi (sanguinamento dal naso) o arrossamento dell'occhio a seguito della rottura dei capillari.
Nei casi di crisi ipertensiva (pressione molto alta) oltre ad un crescente senso di ansia si può registrare forte mal di testa e mancanza di respiro.
La pressione arteriosa, misura la forza con cui il sangue scorre nel corpo e, purtroppo, una condizione di pressione elevata è una delle principali cause delle patologie cardiovascolari e la principale causa di morte nel mondo occidentale.
Generalmente la pressione arteriosa viene espressa in millimetri di mercurio (mmHg) e si è in una condizione di ipertensione quando:
-la pressione massima (sistolica) è uguale o maggiore a 140 mmHg
-la pressione minima (diastolica) è uguale o maggiore a 90 mmHg
-la pressione massima o sistolica è la pressione misurata quando il cuore è contratto
-la pressione minima o diastolica è la pressione misurata quando il cuore è rilassato ovvero quella misurata tra un battito e l'altro.
Si può affermare che a prescindere dall'età, i valori di pressione ottimali devono essere sempre:
-inferiori a 120 mmHg per la massima (sistolica)
-inferiori a 90 mmHg per la minima (diastolica)
Innumerevoli studi hanno ormai dimostrato che, entro determinati limiti, più è bassa la pressione arteriosa e più cala il rischio di incidenti cardiovascolari e quindi di mortalità. Tale binomio è ancora ancora più rilevante in caso di patologie concomitanti come diabete e ipercolesterolemia.
I valori di pressione sono più alti durante le prime ore del mattino quando l'organismo, dovendosi preparare al risveglio, produce fisiologicamente maggiore quantità di cortisolo, questo giustifica la maggiore percentuale di incidenti cardiovascolari (ictus ed infarti) durante tale periodo del giorno.
Spesso la misurazione della pressione arteriosa effettuata dal medico in ambulatorio, a causa dell'ansia che vive in quel momento il paziente, risulta più alta di quella reale. Tale fenomeno viene conosciuto anche come “ipertensione da camice bianco”. Per tale ragione, usufruendo di un valido misuratore di pressione, è consigliabile effettuare autonomamente, anche in orari diversi del giorno, la misurazione della pressione arteriosa presso la propria abitazione appuntando in una sorta di diario pressorio:
-data e ora della misurazione
-valori di pressione massima e minima
-battiti cardiaci.
L'analisi delle misurazioni così determinate saranno di valido aiuto al proprio medico per impostare e calibrare la terapia più appropriata.
Non necessariamente entrambi i valori di pressione massima (sistolica) e minima (diastolica) devono essere alterati per trovarsi in una situazione di patologia.
A titolo di esempio, se la pressione sistolica fosse accettabile (120 mmHg) e quella diastolica fosse invece di 95 mmHg si parlerebbe di ipertensione di primo grado;
viceversa se la pressione sistolica (massima) fosse di 160 e quella diastolica (minima) fosse invece normale di 80 mmHg allora si parlerebbe di ipertensione di secondo grado.
In realtà gli specialisti di categoria (cardiologi ed ipertensivologi) tendono a riconoscere ed a classificare diverse altre situazioni di ipertensione arteriosa che però per semplicità non richiamiamo in questo articolo.
CAUSE DELL'IPERTENSIONE ARTERIOSA
Per più del 90% degli adulti non è possibile identificare una causa precisa e la situazione di iperteso si manifesta nel corso degli anni. In questo caso si parla di ipertensione primaria o essenziale.
Una percentuale molto minore tende a sviluppare la patologia di ipertensione in maniera improvvisa a seguito di una patologia sottostante (ad es. problemi renali, disfunzione della tiroide, tumore delle ghiandole surrenali) o all'uso di determinati farmaci (ad es. la pillola anticoncezionale, o stupefacenti come anfetamine e cocaina). In questo secondo caso si parlerà di ipertensione secondaria.
Alcuni soggetti poi vanno incontro alla patologia dell'ipertensione a causa di fattori ereditari.
Certamente l'insorgere e l'aggravamento della patologia ha maggiore probabilità in presenza di fattori di rischio quali il fumo, stress, obesità, sedentarietà, alcool, eccessivo uso di sale etc.
RIMEDI DELL'IPERTENSIONE ARTERIOSA
In caso di ipertensione arteriosa, il primo trattamento che si esegue è quello di variare il proprio stile di vita:
-se necessario perdendo peso e correggendo l'alimentazione, diminuendo/annullando l'uso di sale e di cibi saporiti, di alcool, insaccati, carni rosse etc, preferendo carni bianche, pesce, frutta e verdura;
-praticando regolare attività fisica che non significa necessariamente andare ad es. in palestra ma anche fare solo 20 minuti di passeggiata al giorno.
Se dopo aver corretto il proprio stile di vita come suggerito sopra dovesse persistere la condizione di ipertensione, bisogna ricorrere alla terapia farmacologica impostata dal medico specialista e che si avvale di diverse classi di farmaci utilizzati singolarmente o in associazione.
Nel caso di ipertensione lieve spesso si possono raggiungere valori pressori nella norma facendo ricorso a prodotti naturali conosciuti come fitoterapici a base di aglio, biancospino, estratto di foglie di ulivo e omega 3.
Sia per la terapia farmacologica che per la fitoterapia il trattamento è da considerarsi cronico. Si correggono al limite i dosaggi a secondo di trovarsi nel periodo estivo (il dosaggio diminuisce per ché col caldo diminuisce la pressione per vasodilatazione) od invernale (si aumenta il dosaggio in quanto col freddo aumenta la pressione per via della vasocostrizione).
QUANDO ANDARE DAL MEDICO
Se dopo qualche rilevazione attraverso idoneo strumento di misurazione, la pressione massima (sistolica) e minima (diastolica) o una delle due risulta sopra i valori massimi rispettivamente di 140 mmHg e 90 mmHg allora è consigliabile rivolgersi al proprio medico di medicina generale.
QUANDO ANDARE IN OSPEDALE
Quando i valori di massima e di minima (anche uno solo dei due) sono invece uguali o superiori rispettivamente a 180 mmHg e 120 mmHg e compaiono sintomi come mal di testa pulsante, nausea, vomito si consiglia di recarsi direttamente in ospedale.
E' sempre consigliabile recarsi direttamente al pronto soccorso o in ospedale quando la donna in gravidanza manifesta valori pressori uguali o superiori (anche solo uno dei due) a 140 mmHg per la massima (sistolica) e 90 mmHg per la minima (diastolica).
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